
Noi Marziani - Martian Time-Slip
Phillip K.Dick ( 1964)
2002
Pagg : 299
Editore: Fanucci
Tratta lo sfruttamento coloniale del pianeta fratello Marte di una nuova cultura, il
sogno di conquista degli spazi infranto dalle difficoltà inaspettate e dell'avidità
dei speculatori, la Frontiera, il mercato non più limitato al solo pianeta terra.
La classe più debole, l'emarginazione, alla fine sono gli unici individui capaci ad affrontare le difficoltà e risalire la china. Concetti, in grado di rendere visibili "le travi sotto il pavimento dell'universo", come ha scritto lo stesso Dick,
"Noi marziani" offre anche uno sguardo ironico e divertito sulla vita delle
colonie terrestri in lotta su Marte e su quelle lotte di classe e lobbistiche a
discapito della cittadinanza, del popolo che da sempre contrassegnano la civiltà
umana, soprattutto nel presente. Siamo nei '90 e sulla Terra la colonizzazione del
sistema solare non è più interessante, i capitali vengono dirottati altrove, e le
colonie su Marte riescono ad ottenere, alla fine dsi missioni diplomatiche, solo
pochi fondi. Anni di disinteresse delle autorità hanno favorito lo sviluppo di ogni
sorta di traffici, dal contrabbando alla speculazione sulle aree lungo la preistorica
rete di canali, uniche irrigue. Per questo motivo speculatori su Marte sono più
agguerriti che mai. Il loro massimo esponente è l'abile e tirannico Arnie Kott, il
quale, pur sapendo che la Terra, un giorno o l'altro, verrà a minacciare la sua
supremazia, si augura che quel giorno sia ancora lontano e non ha affatto l'intenzione di rinunciare a ciò che considera un suo buon diritto: volgere a proprio
uso e consumo le migliori risorse del pianeta. E in effetti, chi potrebbe mai fermare
la rapacità di Arnie? Le vite di chi ha serie difficoltà a viverci su Marte.
Forse le antichissime tradizioni dei pochi aborigeni marziani superstiti, sfruttatai
al limite della schiavitù una realtà molto più sottile e sconvolgente: l'abisso
spalancato negli occhi di Manfred, il bambino autistico che conosce il futuro.
Nel 1962 Dick ipotizza che l'autismo in realtà non sia semplicemente differenza della
percezione del "tempo", cioè noi siamo troppo lenti per poter essere capiti
da loro, la velocità delle loro menti è tale da poter leggere nel futuro.
Consigliato : sì
Pubblico : maturo
voto ( 0-5) : 4
by Merlin
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